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Il tono è l’unica verità del discorso, l’esatto rumore che fa l’intonazione di un uomo” (Pennac)

Con queste parole Pennac svela in modo semplice e poetico, uno dei punti cardine delle relazioni umane: la comunicazione è prevalentemente non verbale,dove per “prevalentemente” si intende una cifra compresa tra il 70% ed il 90%.

I gesti, le posture, le espressioni del viso, il tono della voce, la qualità del tocco, il modo in cui occupiamo lo spazio sono i veri canali attraverso cui mandiamo messaggi agli altri, anche durante il parto ed il travaglio!

L’importanza della voce

Non si può non comunicare sosteneva lo psicologo Paul Watzlawick ed è proprio così!

La voce è una componente fondamentale dell’individuo perchè attraverso essa si esprime l’intera persona.

In ogni momento della nostra vita, in ogni esperienza che viviamo la nostra voce è con noi ed esprime ciò che stiamo provando e vivendo.

Pensiamo, ad esempio, a dei bambini che giocano: i loro movimenti saranno elastici, avranno degli slanci, dei guizzi, congruentemente all’emozione della gioia che stanno provando e la loro voce, in modo altrettanto congruente, sarà sonora, aperta, tendente ai toni alti, ci saranno risate gorgoglianti. Insomma il gioco, la vitalità, la gioia di quel momento si esprimeranno attraverso tutti i canali non verbali tra cui, ovviamente, la voce. 

Tono di voce ed emozioni

Una voce bassa e diaframmatica trasmette calma, una voce fettolosa trasmette agitazione, una voce rotta tristezza, una voce squillante allegria. Una sola componente individuale è in grado di esprimere l’intera persona!

Il parto ed il travaglio sono anch’essi un’esperienza in cui siamo coinvolte nella nostra interezza: possono scatenarsi paure, fantasie negative, preoccupazioni, aspettative positive o negative, ricordi; il parto ed il travaglio chiamano in causa le nostre posture, i nostri muscoli, le nostre soglie tattili e del dolore, il nostro respiro, tutti i nostri sitemi interni (endocrino, cardiocircolatorio, digestivo, immunitario, nervoso, ecc.) e, non ultima, la nostra voce.

Urlare durante il parto? Fa bene

È capitato a molte di sentirsi dire durante le contrazioni che non c’è bisogno di urlare o durante la fase espulsiva del travaglio che bisogna trattenere la voce per spingere meglio.

Ebbene NON è così. Attuare questi suggerimenti vuol dire non essere intere in quella esperienza, non viverla in modo pieno e congruente, bensì scinderci, frammentarci, allontanarci da noi e da ciò che stiamo vivendo.

Quando proviamo dolore (come durante il parto) o quando viviamo esperienze di Forza (come le spinte espulsive), la voce deve essere presente perchè svolge due compiti fondamentali:

  1. permette di farci sentire all’altro, comunicando pienamente ciò che stiamo provando;
  2. ci aiuta a rilasciare maggiormente la muscolatura, soprattutto se abbinata ad una giusta respirazione; se trattenessimo la voce, i muscoli si irrigidirebbero ulteriormente, facendoci perdere forza anzichè trovarla. Basti pensare all’uso che si fa della voce nelle arti marziali, nel sollevamento pesi o, ancora, nelle partite di tennis; potremmo riconoscere uno di questi sport ad occhi chiusi, semplicemente ascoltando!

La voce dà forza e interezza, ci rende uniche e riconoscibili, ci fa esprimere nelle nostre idee, nelle nostre necessità,
 lascia un’impronta nell’altro di chi siamo.

Mai autosilenziarsi durante parto e travaglio, mai autosilenziarsi nella vita!

Image: ‘Lineless‘ 
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